Tutela dei prodotti artigianali tipici: in arrivo le IG UE e i contributi del Ddl Made in Italy
Mentre a Bruxelles il Parlamento UE ha approvato le nuove norme europee per la tutela delle indicazioni geografiche (IG) per i prodotti artigianali e industriali, il Ddl Made in Italy interviene sulla disciplina nazionale, definendo il ruolo di Regioni e Associazioni di produttori e prevedendo un contributo per la predisposizione del Disciplinare di produzione.
Cosa cambia con il nuovo Codice della proprietà industriale?
A livello europeo e nazionale, si lavora per istituire un sistema di protezione per i prodotti artigianali e industriali tipici di una zona geografica, sulla falsariga di quanto già esiste per l'agroalimentare.
A Bruxelles lo strumento è il “Regolamento UE sulla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali” presentato per la prima volta ad aprile 2022 dalla Commissione e adesso in fase di approvazione conclusiva da parte del Parlamento e del Consiglio.
A Roma il Disegno di legge (Ddl) Made in Italy - che ha iniziato il suo iter di approvazione alla Camera, dove è stato incardinato presso la Commissione attività produttive - prevede un pool di articoli che giocano di sponda con la normativa UE, predisponendo i passaggi previsti dal Regolamento che dovranno essere attuati a livello nazionale.
Per approfondire: cosa prevede il Ddl Made in Italy?
Cosa prevede il Regolamento UE per la protezione dei prodotti artigianali e industriali tipici
Ispirandosi al sistema europeo delle IG per i prodotti agroalimentari, il “Regolamento sulla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali” mira ad istituire un quadro comune per proteggere la proprietà intellettuale dei prodotti artigianali e industriali (come vetro, prodotti tessili, porcellana, coltelleria, terracotta, orologi, strumenti musicali e mobili) che costituiscono il frutto dell'originalità e dell'autenticità di pratiche tradizionali regionali.
L'obiettivo ultimo è tutelare tali produzioni - spesso appannaggio di artigiani e PMI - dalla contraffazione, assicurando in tal modo anche una maggiore innovazione e maggiori investimenti nell'artigianato.
L’iter del Regolamento UE per i prodotti artigianali è iniziato ad aprile 2022 con il lancio della proposta da parte della Commissione europea, a cui è seguito a maggio 2023 un accordo politico provvisorio sul testo da parte di Parlamento e Consiglio. I due organi devono approvare formalmente il Regolamento, ai fini della sua pubblicazione sulla Gazzetta europea e la successiva entrata in vigore. Il primo via libera è arrivato dal Parlamento che, con 616 voti favorevoli, 9 contrari e 6 astensioni, il 12 settembre ha approvato il testo. La palla passa ora al Consiglio, chiamato ad approvare a sua volta il Regolamento nelle prossime settimane.
In breve, una volta in vigore, il Regolamento metterà in piedi un sistema di tutela che fa perno da un lato sugli Stati membri e dall’altro sull'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO).
La mappatura e la definizione dei prodotti artigianali e industriali meritevoli di tutela inizia a livello nazionale. Le domande di tutela e riconoscimento di un prodotto da parte dei produttori devono infatti essere presentate alla competente autorità nazionale, che per l’Italia è rappresentata dal MIMIT. Spetta infatti al Ministero per le imprese e il Made in Italy analizzare la domanda di IG. In caso di verdetto positivo, la richiesta di registrazione delle IG artigianali e industriali viene trasmessa all’EUIPO che, dopo un’ulteriore analisi, adotta la decisione finale che, se positiva, porta alla registrazione del prodotto/servizio all'interno del Registro dell'Unione delle IG per i prodotti artigianali e industriali.
Il Ddl Made in Italy e la tutela dei prodotti artigianali e industriali tipici
In base a quanto previsto dal Regolamento UE, il governo ha deciso di disciplinare il lavoro che dovrà essere condotto a livello nazionale all’interno del Ddl Made in Italy. Il Disegno di legge disciplina i compiti delle Regioni e delle Associazioni di produttori, definisce i contenuti minimi che deve avere il “Disciplinare dei prodotti industriali e artigianali tipici” che ogni Associazione deve redigere, stanziando anche 3 milioni di euro per finanziare le eventuali consulenze tecniche di cui le Associazioni dovessero avere bisogno per scrivere il Disciplinare.
Andando con ordine, l’articolo 32 del Ddl Made in Italy demanda alle Regioni la possibilità di effettuare una ricognizione delle produzioni tipiche già oggetto di forme di riconoscimento o tutela o che lo dovrebbero essere, trasmettendo la mappatura al MIMIT ai fini della definizione di un regime di protezione dei prodotti tipici a livello nazionale.
Il lavoro di ricognizione in capo alle Regioni gioca di sponda con le attività realizzate dalle singole Associazioni di produttori operanti in una determinata zona geografica. L’articolo 33 del Ddl prevede infatti che tali Associazioni possano adottare dei Disciplinari di produzione e possano presentare alla Regione la dichiarazione di manifestazione di interesse ai fini della ricognizione dei prodotti artigianali e industriali tipici che le Regioni sono chiamate ad effettuare.
Il ruolo delle Associazioni dei produttori non è dunque banale. A definirlo è l'articolo 33 del Ddl che affida a tali organismi (che possono essere costituiti in qualsiasi forma giuridica) quattro compiti ben specifici:
- l’elaborazione del Disciplinare di produzione ed esecuzione dei controlli interni;
- l’esercizio delle azioni legali a tutela dell’indicazione geografica e di qualsiasi altro diritto di proprietà intellettuale direttamente collegato al prodotto;
- la promozione di iniziative di sostenibilità;
- il compimento di azioni per migliorare le prestazioni dell'indicazione geografica.
Particolarmente importante è il primo compito, cioè l’elaborazione del “Disciplinare dei prodotti industriali e artigianali tipici” che deve essere depositato presso la Camera di commercio del proprio territorio e deve rispettare i requisiti minimi indicati nell’articolo 35 del Ddl tra cui: il nome del prodotto e la sua descrizione (incluse le materie prime utilizzate); la delimitazione della zona geografica di produzione e gli elementi che dimostrano che il prodotto è originario proprio di quella zona; la descrizione del metodo di produzione ed eventualmente dei metodi tradizionali utilizzati; i particolari che stabiliscono il legame fra una data qualità, la reputazione o un'altra caratteristica del prodotto e l'origine geografica; infine le eventuali regole specifiche per l'etichettatura del prodotto in questione.
Data la delicatezza e la potenziale complessità di tale Disciplinare, il Ddl Made in Italy stanzia anche 3 milioni di euro per erogare contributi alle Associazioni dei produttori, con cui coprire le spese di consulenza di carattere tecnico sostenute per la sua predisposizione. Le modalità attuative per l'accesso ai contributi saranno definite da un successivo decreto del MIMIT, che dovrebbe essere adottato entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge.
I contributi per brevetti, marchi e disegni
Foto di Gustavo Fring